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La malattia polmonare cronica o displasia broncopolmonare (BPD)

Dipartimento Materno-Infantile
U.O. Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale
Direttore Dott. Paolo Tagliabue

Si definisce con questo termine una malattia polmonare che iniziata come una RDS (vedi capitolo ad essa dedicata) tende a cronicizzare e determina la necessità di assistere il neonato dal punto di vista respiratorio ( con ventilazione meccanica, nasocannule per pressione positiva o semplicemente con ossigeno) per lungo tempo: alcuni considerano affetti da BPD quei neonati che dopo 28 giorni di vita hanno ancora bisogno di assistenza respiratoria, ma più moderne acquisizioni considerano affetti i neonati che necessitano di supplementazione di ossigeno al compimento di 36 settimane di età post-concezionale (età gestazionale + età dopo la nascita in settimane) ed hanno un quadro radiologico caratteristico.

Molteplici sono le cause che inducono la cronicizzazione della RDS e ancora non si è bene chiarito quali siano le più importanti: la bassissima età gestazionale, le infezioni pre e post natali, l’eccessivo apporto di liquidi nei primi giorni di vita, la pervietà del dotto di Botallo (vedi capitolo ad esso dedicato) una ventilazione meccanica aggressiva (uso di eccessivo ossigeno oppure di troppo spinti parametri del ventilatore artificiale) sono le concause più frequentemente riportate.

La evoluzione della BPD:

Cosa viene fatto al San Gerardo per prevenire la BPD:

Incidenza della BPD nelle casistiche internazionali (Cochrane library):

Incidenza della BPD al San Gerardo (anni 94-99):

Rimane al momento controverso, e perciò applicato in casi eccezionali presso il nostro centro, l’uso del cortisone per prevenire la BPD: tale farmaco si è dimostrato efficace nel facilitare lo svezzamento dalla assistenza respiratoria nei neonati pretermine ed è stato ampiamente usato nel passato a questo scopo. Dopo due settimane di ventilazione meccanica veniva somministrato anche per lunghi periodi per via endovenosa con buoni risultati.

Ma studi recenti hanno messo in luce un deleterio effetto a distanza del cortisone: i neonati che erano stati trattati avevano una incidenza elevata di handicap neurologico rispetto ai neonati non trattati, come se il cortisone avesse un influsso negativo sullo sviluppo delle cellule nervose cerebrali.

Per tale motivo il suo uso va meditato ed applicato solo in quei casi in cui non sono percorribili altre strade terapeutiche.


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