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La pervietà del dotto arterioso di Botallo (PDA)

Dipartimento Materno-Infantile
U.O. Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale
Direttore Dott. Paolo Tagliabue

Il dotto di Botallo è un piccolo vaso arterioso che mettendo in connessione l’arteria polmonare (l’arteria che porta il sangue al polmone) e l’aorta (l’arteria che nasce dal cuore sinistro, la più grande dell’organismo umano, e che porta in periferia il sangue ossigenato), permette la circolazione del sangue durante la vita fetale: in questo momento, infatti, la funzione di ossigenare il sangue, che nelle altre epoche della vita è assicurato dal polmone, è svolta dalla placenta e perciò la circolazione del sangue è assicurata da percorsi diversi.

In condizioni normali dopo poche ore o giorni dalla nascita, il dotto di Botallo si chiude spontaneamente, in quanto non più necessario alla circolazione, ed attraverso di esso non passerà mai più sangue: nei neonati pretermine, in particolare nei pretermine che sviluppano una malattia polmonare, la chiusura spontanea del dotto non sempre avviene ed attraverso di esso continua a passare una discreta quantità di sangue che provenendo dalla aorta ritorna all’arteria polmonare e da qui ai polmoni.Questa quota di sangue sviluppa perciò un cortocircuito che continuerà a passare dai polmoni all’aorta e dalla aorta ai polmoni peggiorando la già precaria funzione respiratoria: una malattia polmonare complicata da PDA difficilmente guarirà se prima non si riesce a chiudere il dotto.

Tale situazione va diagnosticata tempestivamente mediante un’indagine ecografica completa di esame doppler-colore.

Presso la U.O. di Neonatologia del San Gerardo viene eseguito a tutti i neonati pretermine affetti da patologia polmonare un esame ecografico completo di color-doppler quotidianamente, al fine di instaurare precocemente una terapia.

Si distingue una terapia medica e una terapia chirurgica.

Nella nostra Terapia Intensiva nei rari casi (1-2/anno) in cui si deve ricorrere alla terapia chirurgica, viene approntata una sala operatoria dove un’equipe cardiochirurgica esegue l’intervento senza che si debba trasferire o muovere dal reparto un neonato molto spesso di bassissimo peso ed in situazioni cliniche critiche.


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